LibriAMOci: i lettori raccontano...

Leggere libri…a sorpresa


I racconti di chi ha partecipato al flash mob di “Libriamoci”



Se una mattina di novembre…

Giovedì 25/11/21 nella nostra scuola è accaduto qualcosa che, sinceramente, non mi sarei mai aspettato: una sorta di flash mob, un’interruzione programmata delle lezioni, nell’ambito della quale io e un mio compagno siamo stati incaricati di andare in terza F per leggere l’inizio del romanzo di Italo Calvino Se una notte d’inverno un viaggiatore.

L’iniziativa mi è stata proposta dai miei compagni, perché nel giorno in cui c’era stata la riunione preparatoria io ero assente. Inizialmente ho avuto una reazione da studente svogliato, che non desidera dedicare all’istituto nessuna energia in più rispetto a quelle necessarie al superamento dell’anno. Solo quando mi sono messo in gioco per leggere quel breve passo di Calvino, ho cominciato a capire il senso del progetto. Ho compreso che non era la stupida idea di un gruppo di vecchie insegnanti, ma un loro tentativo di provare a far appassionare dei futuri tecnici anche alla letteratura.

Non sono un grande fan dei progetti scolastici, ma, forse perché collaboravo con un mio caro amico o perché in fondo la letteratura mi piace, prendere parte a questa performance mi ha reso quella giornata un po’ meno noiosa del solito e in qualche modo addirittura divertente.

L’organizzazione dell’evento mi è piaciuta molto, anche se sono venuto a sapere da dei miei compagni di classe, che ci sono stati alcuni professori che non ricordavano che quel giorno si sarebbe svolto il flash mob e che perciò hanno reagito in modo brusco nei confronti dei poveri ragazzi che erano entrati nella loro classe solo per fare il loro dovere. D’altronde proprio nelle cose organizzate fino nel minimo dettaglio accadono sempre gli imprevisti più vari, no?

La classe nella quale sono andato mi è sembrata nell’insieme abbastanza svogliata, anche se erano presenti alcuni ragazzi interessati. È possibile comunque che questo stato d’animo fosse dovuto al fatto che in quel momento stavano guardando un film in inglese, che probabilmente era noioso.

Voglio concludere con la cosa che mi è piaciuta di più del progetto: potrò sembrare un po’ narcisista, ma quando la mia professoressa di italiano ci ha fatto i complimenti e i ringraziamenti in privato, sono stato ripagato di quel poco tempo speso a fare qualcosa che all’inizio non mi aveva preso come avrebbe dovuto.

Aleksa Atanackovic (4C)



Quando sono gli studenti a leggere agli studenti

Giovedì mattina. 11:25. Appuntamento segreto in atrio con gli altri  lettori e lettrici. Di lì a poco ci sarebbe stata la grande sorpresa. 

Ricordo ancora l’emozione che mi ha travolto poco prima di entrare nella classe al primo piano e vedere tanti occhi guardarmi straniti e curiosi. Nessuno si sarebbe aspettato che una coppia di ragazzi sarebbe piombata in classe per leggere qualcosa! 

Io ero in coppia con un mio compagno di classe, Matteo. 

Siamo entrati facendo rumore, sbattendo i piedi a terra e schiarendoci la  gola, come se dovessimo parlare all’intera platea di un teatro. Dopo un  veloce sguardo intimidatorio rivolto ai ragazzi, abbiamo iniziato a leggere. 

Abbiamo proposto una piccola parte in lingua inglese dell’inizio del famoso romanzo The Hobbit, scritto dal noto autore J.R.R. Tolkien

Per quel breve lasso di tempo ho fatto finta di essere un attore e di dover raccontare una storia ai miei spettatori, cercando di coinvolgerli il più  possibile, leggendo con un’intonazione simile a quella dei narratori  onniscienti, che possiamo ritrovare in qualche film. 

Ben presto ogni briciolo di paura e timidezza è scomparso e ho iniziato a  vedere tanti volti sorridenti, come se il solo fatto che fosse uno studente e non un professore a legger loro un racconto nuovo rendesse gli studenti più partecipi. 

Terminata la lettura, siamo stati salutati da un caloroso applauso, partito  dalla classe e dal docente presente in quell’ora; quell’applauso ci ha dimostrato che il nostro pubblico ha  apprezzato quegli insoliti 3 minuti e che è rimasto colpito dalla performance

Siamo riusciti a lasciare un segno.

Nicolas Starhaus (3 F)

Memorie di un intervallo stravagante

Il mio punto di vista è quello di un lettore, che purtroppo non ha avuto l'esperienza sperata; non per colpa dell'organizzazione o dell'attività in sè, ma a causa di un imprevisto difficile da prevedere. 

Ho letto un piccolo paragrafo dal romanzo Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. È una lettera fittizia scritta dall’imperatore romano Adriano sul letto di morte, in cui il protagonista ripercorre la sua vita.

Durante la lettura (da evidenziare che è stata fatta durante il riposo) i ragazzi sono stati in silenzio ed hanno ascoltato. Credo non se lo aspettassero, quindi il fattore sorpresa ha funzionato.

Invece di interrompere una lezione, abbiamo interrotto (seppur brevemente) l’intervallo di una classe. Immagino che almeno per questo motivo l’evento non sia passato in sordina.

Purtroppo non essendo riusciti a fare la lettura durante la lezione, ho paura che si sia persa parte della sorpresa e dello stupore, e che la sorpresa dell’interruzione sia passata un po’ in secondo piano.

Alla fine la classe ha applaudito; non mi è dato sapere se l’abbia fatto in maniera sincera o per rispetto. L’applauso mi ha comunque fatto capire che, almeno in minima parte, ai ragazzi l’iniziativa debba essere apparsa interessante.

Io che ho partecipato attivamente alla performance l’ho trovata divertente e un buon modo per mettersi in gioco; credo che, nonostante gli intoppi, sia stata un’attività interessante, spassosa e diversa dal solito. Penso che abbia senso riproporre attività del genere, sempre usando una chiave originale e un po’ stravagante.

Eric Duranti (4 C)

Reading “ai piani alti”

Ho vissuto quest’esperienza nel ruolo del lettore e mi sono divertito molto nel farlo. Quando le docenti di lettere e inglese ci hanno proposto di partecipare all’attività, ci hanno detto che anche i “piani alti” della scuola sarebbero stati coinvolti nel flash mob e io e il mio compagno di lettura, Francesco, abbiamo deciso di dare la nostra disponibilità per andare a leggere un libro in inglese davanti alla dirigente e ai suoi collaboratori.

Il giorno in cui doveva essere svolta l’attività avevo un po’ di ansia, dato che non ero mai stato in presidenza prima di allora. Mentre io e il mio compagno stavamo salendo le scale insieme ad un’altra coppia, che doveva leggere in presidenza con noi, l’ansia si faceva sentire sempre di più. I primi a cominciare a leggere siamo stati noi. Avevamo deciso che a leggere avrebbe cominciato Francesco, poi sarebbe stato il mio turno e infine sarebbe toccato all’altra coppia, che era venuta con noi.

È stata un’esperienza molto particolare. Mentre stavo leggendo, guardavo i volti di tutte le persone che avevo di fronte e sembrava che tutti loro stessero apprezzando la nostra lettura. Quando anche l’altra coppia ha finito di leggere, la preside e tutti i suoi collaboratori si sono complimentati con noi per la nostra lettura e la preside ci ha chiesto anche una foto ricordo. È stata un’esperienza molto soddisfacente, mi sono divertito molto nel farla e spero che attività come queste vengano svolte di nuovo, perché sono convinto che oltre al divertimento, il vero obiettivo di questo progetto, cioè promuovere la lettura, almeno con qualche alunno sia stato raggiunto.

Mehmet Deniz Sisli (3F)

L’arte di essere fragili

La giornata del 25 novembre ho avuto l'occasione di partecipare ad un progetto particolare, "IniziAMOci il flash mob", al quale hanno aderito tutte le classi dell'istituto e ciascuna di queste ha avuto uno o più rappresentanti, che hanno svolto in prima persona il compito assegnato. Il tutto era guidato dalle professoresse di italiano dell'istituto, anche se la coordinatrice era la professoressa Donat.

Il progetto consisteva nel leggere in classi altrui una parte significativa di classici della letteratura italiana e inglese. Gli studenti, essendo all'oscuro dell'iniziativa, ci hanno regalato delle reazioni di stupore ed interesse. Inoltre, ho apprezzato molto la scelta del libro che ho letto con il mio collega del quinto anno.

Il titolo del libro era L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita di Alessandro D’Avenia e, seppur non sia riuscito a distinguerne la trama dalle poche righe che ho letto, mi ha lasciato impresso un bel messaggio e, quindi, vorrei leggerlo in futuro.

Leggere davanti a molti alunni è stata una sfida, dato che l'ansia da prestazione si è fatta sentire dentro di me e avvertivo una grande tensione. Tuttavia, sono riuscito a coinvolgere i ragazzi più del previsto e tutto si è svolto per il meglio, rivelandosi un'occasione per sviluppare maggiormente una parte di me che non conoscevo molto.

Michele Raico (3L MM)