La storia

L’Istituto Tecnico Statale “A. Volta” di Trieste nasce come Triest K.K. Staats Gewerbeschule, fondata con decreto ministeriale del 18 aprile 1887, scuola professionale superiore ad evoluzione della scuola triestina di disegno istituita per volere del barone Pasquale Revoltella. 

Su iniziativa di quest’ultimo, infatti, e di Francesco Gossleth, mobiliere e uomo d’affari della Trieste dell’800, sorse nel 1854 in Trieste una Scuola Domenicale per la preparazione di giovani "artieri", che divenne poi nel 1859-60 la Scuola Triestina di disegno. 

La scuola nacque su promozione della Camera di Commercio, del Comune, degli stabilimenti industriali e di enti privati, per preparare dal punto vista tecnico-professionale i giovani artieri ed operai. 

La Triest K.K. Staats Gewerbeschule o “Scuola Industriale dello Stato” di Trieste comprendeva cinque scuole:

1. la Scuola Industriale Superiore con due sezioni: edilizia e meccanica

2. la Scuola per Capi d’Arte con tre sezioni: industria del legno e scultura ornamentale (quadriennali) e pittura decorativa (quinquennale)

3. la Scuola per ricamo e lavori in merletto (quadriennale)

4 la Scuola serale domenicale per artieri, con sezioni triennali e corsi speciali (ad esempio quello per “stipettai”, cioè artigiani specializzati nella costruzione di armadietti di bordo)

5. la Scuola serale domenicale per apprendisti (biennale).

Venne designato quale direttore l’ingegnere Carlo Hensky che mantenne la direzione fino al 1916.

La sede storica del K.K. Staats Gewerbeschule, poi Istituto Tecnico Industriale “A. Volta” e oggi succursale del Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” è sita in via Cesare Battisti (un tempo Corsia Stadion), in un edificio fatto realizzare nel 1802 dal negoziante Giovanni Dobler, su disegno dell’architetto Mollari (l’architetto della Borsa), nell'ambito urbano del nascente Borgo Franceschino. Il fabbricato fu comprato nel 1808 dal Comune di Trieste e adattato a vari usi (caserma, deposito dei vigili del fuoco, esposizioni artistiche); nel 1887, a seguito di un profondo intervento di ristrutturazione che comportò anche la sopraelevazione di un piano, il fabbricato fu adibito ad uso scolastico. 

Durante la prima guerra mondiale, per ragioni economiche, furono sospesi i corsi per apprendisti, aggravando così le conseguenze della disoccupazione che investiva soprattutto la piccola industria. All’inizio delle ostilità molti studenti attraversarono il confine e si arruolarono nell’esercito italiano, di essi diciannove caddero in battaglia. Il 3 novembre del 1918 Trieste fu unita all’Italia.

Nel dopoguerra, malgrado l’instabilità politica e la mancanza di precise direttive a livello centrale e provinciale, la scuola riprese a funzionare. La scuola di Trieste venne iscritta tra le scuole italiane nel 1922 e a partire dall’a.s. 1924 -1925 entrò in adozione l’ordinamento elaborato per le scuole di istruzione industriale, che venivano a dipendere dal nuovo Ministero dell’Economia Nazionale. Attraverso il corso di studi di durata quinquennale, veniva perseguito l’obiettivo di preparare coloro che aspirassero ad assumere funzioni direttive, in fabbrica e nei cantieri di costruzione, come capi tecnici, direttori di costruzioni, aiuto ingegneri, disegnatori. 

Nel dopoguerra la scuola mantenne le articolazioni già esistenti: la Scuola di Ricamo artistico e Merletti, modificata più tardi in Scuola Industriale Femminile e poi in Istituto Professionale Femminile, la Scuola per Capi d’Arte, per falegnami, scalpellini, intagliatori e pittori decoratori, ed un corso speciale per macchinisti di motonavi che preparava direttori e ufficiali di macchina di motonavi di potenza superiore ai 400 cv.

Nel 1931 l’istruzione tecnica ebbe un profondo riordino: con il passaggio sotto il Ministero dell’Educazione e a decorrere dal 1 luglio 1932 i Regi Istituti Industriali vennero trasformati in Regi Istituti Tecnici Industriali.

Nel 1935 l’istituto fu dedicato ad Alessandro Volta.

Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, l’aumento del numero degli studenti e la necessità di nuovi reparti resero sempre più precaria la situazione logistica. Altri spazi furono acquisiti in via Gatteri, presso la Scuola Professionale Femminile, dove fu impiantata una piccola officina, in via Donadoni dove venne allestito un reparto per la lavorazione meccanica del legno, e in via Giotto dove venne trasferito il reparto di aggiustaggio. 

Nello stesso periodo si assiste al declino della Scuola di Capi d’Arte, che aveva avuto grandi e prestigiosi maestri come Enea Ballerini, Eugenio Scomparini, Carlo Worstry, Antonio Camaur, Francesco Schranz. L’affermarsi come materiale da costruzione del cemento armato, portò ad una progressiva riduzione nell’uso della pietra naturale. Per cui la sezione per lavoratori della pietra venne chiusa nel 1934 – 35, mentre la Scuola Tecnica per Decoratori si concluse pochi anni dopo.

Durante il secondo conflitto mondiale le attività della scuola ebbero numerose sospensioni per le molte problematiche causate dalla precaria situazione logistica e per la chiamata alle armi da parte di insegnanti e allievi.

La situazione si normalizzò nel dopoguerra e l’attività didattica riprese già sotto l’amministrazione fiduciaria anglo-americana che ripristinò l’ordinamento precedente.

Nel secondo dopoguerra la riconversione dell’industria bellica e la ricostruzione dei beni immobili distrutti nel conflitto avrebbero offerto buone prospettive di lavoro per i giovani. La scuola quindi doveva assicurare agli studenti una preparazione adeguata alle numerose richieste del mercato e inoltre doveva reperire una nuova sede per l’istituto, giacché quella di via Battisti era ritenuta da tempo inadeguata, visto l’alto numero di studenti (nel 1945 – 46 si iscrissero all’istituto 705 studenti).

Nel 1948 l’Istituto era costituito da corsi quinquennali di studio per

Meccanici / Elettricisti

Edili

Radiotecnici

Inoltre vennero annessi all’istituto :

La Scuola Tecnica ad indirizzo industriale

La Scuola Professionale Femminile

I Corsi serali di qualificazione e di specializzazione per apprendisti

Negli anni ’50 e ’60 del ‘900 si fece più urgente la necessità di trovare una nuova sede per l’Istituto che si appoggiava su varie succursali (Scuola “Padoa”, Villaggio del Fanciullo, Scuola di avviamento “Bergamas” e “Brunner”).

Nel 1955 il Comune destinò l’edificio di Villa Hecht di via Ginnastica al “Volta”, in attesa che si trovasse un’area adeguata per erigervi un nuovo istituto, e qui venne trasferita la Scuola Professionale Femminile.

Nel 1963 venne perfezionato l’acquisto di un terreno in via Cantù di proprietà delle Monache Benedettine di San Cipriano da destinare alla nuova sede del “Volta”. Passò tuttavia una decina d’anni prima che tale progetto divenne realtà. 

Le riforme degli anni ’60 intanto portarono all’istituzione dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato e dell’Istituto Tecnico Femminile, che sostituirono rispettivamente la Scuola Tecnica industriale e la Scuola Professionale Femminile. Gli Istituti tecnici vennero dotati di nuovi indirizzi, per rispondere meglio alle esigenze dello sviluppo tecnico-scientifico: nacquero le specializzazioni in Metalmeccanica e Termotecnica, in Elettrotecnica e delle Telecomunicazioni. Nell’anno scolastico 1964 -65 venne istituito il primo corso serale per il conseguimento del diploma di perito.

Nel 1967 iniziarono i lavori della nuova sede, completati nel 1971. La nuova sede del “Volta” che si espandeva su una superficie di 24.000 mq, fu inaugurata il 2 febbraio del 1972. La proprietà e la gestione passarono dal Comune alla Provincia.

L’istituto oggi è collocato in un’unica sede, quella di via Montegrappa n.1, dove sono dislocate le aule di tutte le classi (quelle del biennio sono state trasferite nel 2009 dalla sede storica di via Battisti), i laboratori, le officine, tutte le aule speciali oltre che la segreteria e la presidenza.

Nel 2012, infine, è stata inaugurata una nuova ala dell’edificio che ospita i laboratori di Chimica e Fisica e nuove aule arredate secondo i criteri più moderni.

Con il riordino degli Istituti Tecnici del 2010 gli indirizzi attivati sono:

Costruzioni ambiente e Territorio

Elettronica ed Elettrotecnica;

Informatica e Telecomunicazioni

Meccanica Meccatronica ed Energia.

Sono inoltre attivi i Corsi di Elettrotecnica e di Informatica nell’Istituto serale. 

In conclusione non si può sottacere come all’Istituto “A. Volta” si deve la formazione dei quadri tecnici della città e di famosi artisti dell’800 e ‘900 come Marcello Mascherini, Arturo Fittke, Piero Marussig, Marcello Dudovich, Romano Tominz. Tra gli insegnanti sono da ricordare Enrico Nordio, Ludovico Braidotti, Eugenio Scomparini e Carlo Wostry. Nomi che hanno progettato e dipinto il volto di Trieste.